Dal 9 settembre 2020 al 30 aprile 2021 

  • Il 9 settembre 2020 il Comitato interministeriale per gli Affari Europei (CIAE), presieduto dal Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, e convocato dal Ministro per gli Affari Europei, Vincenzo Amendola si riunisce per concordare le Linee guida per la definizione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). 
  • Il 16 settembre 2020 Viene trasmessa alle Camere la proposta di Linee guida per la definizione del Piano nazionale di ripresa e resilienza approvate, nei suoi contenuti essenziali, dal Comitato interministeriale per gli affari europei , in coordinamento con tutti i Ministeri e le rappresentanze delle Regioni e degli Enti locali. 
  • Da questo momento il Parlamento avvia la discussione sulle linee guida avvalendosi di audizioni informali nelle commissioni.
  • Ad inizio ottobre 2020 entrambi i rami del parlamento approvano delle risoluzioni QUI. dove, tra le tante richieste del parlamento viene puntualizzata l'importanza della trasparenza e del controllo delle decisioni di spesa e che “sarebbe opportuno valutare l’individuazione di una sede, ad esempio un sito internet o un portale dedicato, attraverso il quale rendere disponibili e utilizzabili, per ciascun progetto, dati sugli interventi finanziari programmati, sugli obiettivi perseguiti, sulla spesa erogata, sui territori che ne beneficiano, sui soggetti programmatori e attuatori, sui tempi di realizzazione previsti ed effettivi”
  • Nel frattempo entra in parlamento entra il DL Bilancio 2021 che contiene diversi elementi sulla governance tecnica del piano come all’art. 1 comma 1044 della Legge di Bilancio 2021 definendo, attraverso un DPCM, “le  modalità  di  rilevazione  dei  dati  di attuazione finanziaria,  fisica  e  procedurale  relativi  a  ciascun progetto,  da  rendere  disponibili  in  formato   elaborabile,   con particolare  riferimento  ai  costi   programmati,   agli   obiettivi perseguiti, alla spesa sostenuta, alle ricadute sui territori che  ne beneficiano,  ai  soggetti  attuatori,  ai  tempi  di   realizzazione previsti  ed  effettivi,  agli  indicatori  di  realizzazione  e   di risultato, nonché' a ogni altro elemento utile  per  l'analisi  e  la valutazione degli interventi” del PNRR. Ad integrazione chiediamo altresì che venga garantita l’apertura, la diffusione e il costante aggiornamento dei dati legati al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza anche grazie all’apposito sistema informatico previsto sempre dalla Legge di Bilancio.  
  • l’Unità di Missione avrebbe dovuto essere istituita dal 1° gennaio 2021 e che il DPCM sulla rilevazione dei dati deve essere fatto entro il 28 febbraio secondo i termini di legge riportati sulla Legge di Bilancio. Ma ancora oggi la norma risulta non attuata.
  • Il 12 gennaio l’Esecutivo Conte II approva il PNRR il quale non contiene dettagli sulla governance, sul cronoprogramma e soprattutto i progetti che verranno finanziati con le risorse del Recovery and resilience facility (alcune bozze contenente delle schede progetto circolano informalmente intorno al 30 dicembre 2020, ma non verranno mai rese pubbliche e incardinate nella discussione parlamentare). 
  • Da questo momento in poi il parlamento si troverà a discutere un testo giù superato e, il 26 gennaio, in seguito ad una crisi politica in seno alla maggioranza del Governo Conte II il presidente del consiglio Giuseppe Conte rimette il mandato nelle mani del presidente della Repubblica e resta in carica fino al 13 febbraio 2021 per il disbrigo degli affari correnti. 
  • In seguito alla designazione di Mario Draghi da parte del presidente della repubblica, nelle dichiarazioni programmatiche del Presidente Draghi fatte al Senato e alla Camera per chiedere la fiducia al Parlamento (17 e 18 febbraio 2021) ci sono almeno 5 aspetti rilevanti che delineano meglio l’orizzonte del “nuovo” PNRR:  
    1. il nuovo Governo partirà dalla “grande mole di lavoro” svolta dal Governo Conte 2 ma precisa che “Le Missioni del Programma potranno essere rimodulate e riaccorpate, ma resteranno quelle enunciate nei precedenti documenti del Governo uscente, ovvero l’innovazione, la digitalizzazione, la competitività e la cultura; la transizione ecologica; le infrastrutture per la mobilità sostenibile; la formazione e la ricerca; l’equità sociale, di genere, generazionale e territoriale; la salute e la relativa filiera produttiva”. 
    2. Inoltre, tutto il lavoro fatto nelle commissioni parlamentari1 (sia alla Camera che al Senato) finora sulla Proposta di "Piano nazionale di ripresa e resilienza" del Conte II non andrà sprecato. Dato che Draghi ha dichiarato che “Gli orientamenti che il Parlamento esprimerà nei prossimi giorni a commento della bozza di Programma presentata dal Governo uscente saranno di importanza fondamentale nella preparazione della sua versione finale”.
    3. Lato governance Draghi conferma la lead al MEF: “In particolare, in relazione al Programma nazionale di Ripresa e Resilienza più volte evocato nel dibattito parlamentare, ho indicato chiaramente come la governance debba essere incardinata nel Ministero dell’Economia e delle Finanze con la strettissima collaborazione dei ministeri competenti per definire e attuare politiche e progetti di settore 
    4. Anche se non esplicita il ruolo del Terzo Settore nel PNRR nel discorso programmatico, il presidente Draghi coinvolgimento nell’attività di Governo dei corpi intermedi. Oltre a chiarire “il ruolo del terzo settore e del contributo dei privati al Programma nazionale, attraverso i meccanismi di finanziamento a leva”.  
    5. Infine, per quanto riguarda la trasparenza e il coinvolgimento dei cittadin*, Draghi ha tenuto a precisare che “Con riguardo al settore degli appalti pubblici, tradizionalmente sensibili al tema della trasparenza delle procedure e della corretta selezione degli operatori, centrale è il ruolo dell’Anac, anche per i suoi compiti di vigilanza collaborativa con le amministrazioni pubbliche. Una delle chiavi per combattere la diffusione della corruzione è rappresentata dai presidi di prevenzione. Ovvero da quegli strumenti anche di natura pattizia con cui si fa schermo ai tentativi di interferenza illecita esercitata a fini corruttivi […] Dobbiamo spostare l’asse degli interventi su un piano più sostanziale, puntando sui due cardini di un’efficace politica di prevenzione, trasparenza e semplificazione. La trasparenza della pubblica amministrazione è il presupposto logico. I cittadini devono poter far sentire la loro voce. E’ la base per la responsabilità. Quindi accesso alle informazioni, siano essi dati quantitativi o qualitativi. Questo consente ai cittadini di analizzare l’attività e i processi decisionali pubblici. Il tutto in un virtuoso rapporto di collaborazione tra istituzioni e collettività amministrate, che veda rispettato il principio del coinvolgimento attivo della cittadinanza nelle scelte e riesca ad alimentare e consolidare la fiducia nelle istituzioni, ma anche il necessario controllo sociale”. Partiamo proprio da questo appiglio per formulare le raccomandazioni al Governo.  
  • Nonostante le premesse e i buoni auspici riposti nel nuovo governo, fino al 12 marzo 2021, non vengono rilasciati ulteriori documenti sul Piano fino a delle schede tecniche che il nuovo ministro MEF Daniele Franco, invia alle commissioni di camera e senato.
  • Sebbene le numerose richieste di trasparenza e coinvolgimento da parte della società civile, non viene data nessuna possibilità per un confronto aperto e informato né con le OSC né con le comunità o cittadini e cittadine che verranno impattate dai singoli progetti e riforme. Lo stesso parlamento continua a lavorare sul Piano del precedente governo e l’unico spazio di dialogo sono le numerose audizioni parlamentari (sintetizzate in questo documento) che verranno utilizzate dalle commissioni per delle nuove risoluzioni che, è bene ribadire, si basano sugli elementi del PNRR del governo Conte II.
  • Il 25 aprile 2021 il nuovo PNRR viene trasmetto alle Camere e illustrato loro dal Presidente del Consiglio Draghi il 26 e 27 aprile.
  • Il Piano, approvato senza possibilità di modifiche da entrambi i rami del Parlamento, è tornato in Consiglio dei ministri per l’approvazione finale, avvenuta il 29 aprile 2021, ed è stato trasmesso alla Commissione Europea il giorno successivo.

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