In un articolo pubblicato il 28 dicembre 2022, il Ministro per gli Affari Europei, il Sud, le Politiche di Coesione e il PNRR Raffaele Fitto ha dichiarato che “sono stati raggiunti i 55 obiettivi previsti dal PNRR per il secondo semestre 2022…”.

Secondo il Ministro, di questi obiettivi da raggiungere entro la fine del 2022, alla data di insediamento del Governo (22 ottobre 2022) ne sarebbero risultati conseguiti solamente 25 e in poco più di sessanta giorni sarebbero stati adottati, quindi, tutta una serie di provvedimenti: 17 tra decreti legislativi, decreti ministeriali e interventi normativi in Legge di Bilancio, oltre che il raggiungimento di grandi risultati, quali, per esempio, la messa in opera dall’agenzia Cybersecurity, la costituzione del Polo Strategico Nazionale, oltre che l’adozione in Consiglio del Ministri il nuovo Codice dei Contratti pubblici.

L’utilizzo del condizionale è tuttavia d’obbligo! Questo non per sfiducia, ma per la mancanza di trasparenza e le continue difficoltà che i cittadini e le cittadine continuano ad avere nel reperire dati e informazioni relativi allo stato di avanzamento del PNRR, come da tempo denunciato dall’Osservatorio Civico PNRR.

Un esempio su tutti: nella sezione “notizie” del sito di ItaliaDomani, alla data del 3 gennaio 2023, la novità in prima evidenza rimaneva ancora l’attuazione di tutti gli investimenti e le riforme del primo semestre (quindi l’aggiornamento a giugno 2022!).

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Nulla si dice sul sito in merito agli obiettivi di dicembre 2022, salvo sette righe di notizia, con la quale veniamo informati che il MEF avrebbe raggiunto i suoi traguardi di competenza (i quali risultano però solamente 4 su un totale di 55), nonché una notizia di cinque righe relativa all’invio della richiesta, alla Commissione UE, di pagamento della terza rata.

Nel restare in attesa della pubblicazione della Relazione semestrale sull’attuazione del PNRR che, sempre a detta del Ministro, verrà trasmessa al Parlamento, come previsto dalla normativa, nel mese di gennaio, abbiamo provato a farci un’idea sugli obiettivi raggiunti nel corso dell’ultimo semestre, dai quali dipenderà l’erogazione di ben 19 miliardi di euro della terza rata, nonché sui futuri obiettivi del primo semestre 2023.

SCHEDA

I 55 OBIETTIVI DI DICEMBRE 2022

Nel secondo semestre 2022 il PNRR prevedeva in tutto 55 interventi, di cui:

  • 23 Riforme 

  • 32 Investimenti

Di questi 55, per 39interventi era previsto il conseguimento di traguardi (milestone), mentre per 16 interventi era previsto il raggiungimento di obiettivi (target). Tra questi ultimi riscontriamo, a mero titolo di esempio, la concessione di almeno 300 borse di ricerca e la realizzazione di 7.500 nuovi posti letto negli alloggi per studenti, il rimboschimento delle aree urbane ed extraurbane con almeno 1.650.000 alberi piantati.

Come sempre, i diversi obiettivi sono divisi tra le Missioni del Piano. In particolare, questi sarebbero così suddivisi1

Missione 1 (Digitalizzazione, innovazione, competitività, cultura e turismo): 12 investimenti e 12 riforme; si segnalano gli investimenti nelle infrastrutture digitali e la Cybersecurity, nonché le riforme del processo civile e penale, del quadro in materia di insolvenza, dell'amministrazione fiscale e in tema di concorrenza.

Missione 2 (Rivoluzione verde e transizione ecologica): 1 riforma in tema di servizi idrici integrati e 9 investimenti, tra i quali si segnalano quelli sulla resilienza climatica delle reti, le isole verdi e le green communities;

Missione 3 (Infrastrutture per una mobilità sostenibile): 3 riforme (semplificazione delle procedure per il processo di pianificazione strategica, concessioni portuali, cold ironing) e 3 investimenti (alta velocità sulle linee Napoli-Bari e Palermo-Catania, sviluppo del sistema europeo di gestione del traffico ferroviario, porti verdi);

Missione 4 (Istruzione e ricerca): 4 riforme sul sistema di istruzione primaria e secondaria e sugli alloggi per gli studenti; 1 investimento per il finanziamento di progetti presentati da giovani ricercatori (300 borse di studio);

Missione 5 (Inclusione e coesione): 2 riforme in tema di centri per l'impiego e lotta al lavoro sommerso; 6 investimenti in tema di parità di genere, progetti a favore di disabili, servizi sociali nelle aree interne, piani urbani integrati;

Missione 6 (Salute): 1 riforma, riguardante gli Istituti di ricovero e cura a carattere scientifico (IRCCS) e 1 investimento, relativo alla fornitura di servizi per la digitalizzazione degli ospedali.

1. Fonte: Camera dei Deputati: https://temi.camera.it/leg19DIL/temi/l-attuazione-del-pnrr.html

 

GLI OBIETTIVI DEL 2023 E I PROBLEMI DA AFFRONTARE

Nel 2023 il numero di obiettivi totali da raggiungere è pari 96, di cui 27 nel primo semestre (gennaio - giugno) e 69 nel secondo (luglio – dicembre). Il loro raggiungimento porterà al versamento di altre due rate, da 16 e 18 miliardidi euro (34 miliardi di euro in tutto), come è possibile rilevare dalla tabella riassuntiva che segue.

Finora – come evidenziato nella relazione al Parlamento di ottobre –, sono rilevabili pagamenti principalmente riferibili ai cosiddetti “progetti in essere”, generalmente previsti da disposizioni antecedenti il PNRR, ossia misure già finanziate da strumenti nazionali e successivamente assorbite all’interno del Piano in ragione della coerenza con i relativi contenuti e riguardanti prevalentemente gli investimenti relativi alla realizzazione di opere e infrastrutture (come gli interventi connessi al potenziamento dei collegamenti ferroviari), gli investimenti legati all’ecobonus e al sisma-bonus e quelli finalizzati a sostenere la trasformazione tecnologica delle imprese (come le misure legate al Piano Transizione 4.0). A partire dal 2023, si prevede invece un sostanziale incremento delle spese legate a nuovi interventi.

Oltre ciò, risulta importante ricordare che, per la prima volta, la maggior parte degli obiettivi totali da raggiungere avranno a riferimento target (ossia obiettivi quantitativi, pari a 53 quest’anno), molti dei quali da realizzare nel corso del secondo semestre, mentre 43 saranno riferibili a milstone.

 

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In particolare, entro il PRIMO SEMESTRE 2023 dovranno essere già approvati importanti obiettivi quantitativi, che vanno dall’invio delle prime dichiarazioni IVA precompilate (M1C1-109 Riforma 1), alla ristrutturazione edilizia Superbonus e Sismabonus T1 (M2C3-2 Investimento 2.1) sino al supporto educativo ai minori (M5C3-8 Investimento 1.3) e alla creazione di imprese femminili (M5C1 – 18 Investimento 5).

Non mancheranno, tuttavia, importantissimi traguardi anche nel primo semestre. Tra tutti vale la pena di citare l’entrata in vigore della riforma del codice dei contratti pubblici (M1C1-73 Riforma 1.10, che dovrà già essere operativo a partire da fine marzo) e la riforma del processo civile e penale (M1C1-37 Riforme 1.4 e 1.5), oltre che la riforma del pubblico impiego (M1C1-58 Riforma 1.9) e molte altre relative alla sperimentazione dell’idrogeno, il Piano asili nido e gli interventi socioeducativi contro la povertà educativa nel Mezzogiorno a sostegno del Terzo settore.

Per quanto riguarda, invece, il SECONDO SEMESTRE 2023, è possibile notare una differenza più marcata relativamente ai due trimestri, dovendo raggiungere, nel periodo T3 (ossia da luglio a settembre) 5 milstone e 1 target; differentemente, nel periodo T4 (da ottobre a dicembre) sarà necessario raggiungerne un numero assai più cospicuo, pari a 18 milstone e 45 target.

Tra le riforme più importanti che dovranno essere portate a casa entro dicembre, si ricorda la legge sulla concorrenza. Ma molti sono anche gli obiettivi quantitativi, comead esempio quelli legati ai giovani (assegnazione di borse di studio e incentivazione alla partecipazione al Servizio civile universale).

Un dettaglio completo degli obiettivi del PNRR è possibile consultare QUESTO link.

Tutto ciò in un momento di particolare tensione in merito al PNRR, dato dalla richiesta italiana di maggior tempo per la messa a punto dei target concordati con l'Ue, a causa di un problema relativo all’assorbimento stesso da parte del sistema Italia delle risorse a valere sul Piano e di problemi relativi all’aumento dell’inflazione.

Come è noto, la Commissione europea ha permesso di aggiungere il capitolo RePower al PNRR, nell'ambito del quale all'Italia spetteranno circa 9 miliardi. Tuttavia, come emerso anche nel corso del primo evento annuale dedicato al PNRR, che si è svolto a dicembre a Roma, difficilmente sarà possibile convincere la Commissione ad operare uno slittamento delle scadenze del Piano, che avrà quindi la sua naturale chiusura a fine 2026. Inoltre, anche in altre occasioni di confronto avute tra l’Osservatorio e la Task Force europea sul RRF, eventuali modifiche riguarderanno esclusivamente i settori maggiormente colpiti dall’inflazione, non essendo in agenda modifiche sostanziali ai Piani europei.

Restiamo in attesa di conoscere maggiori dettagli e continuiamo a chiedere la dovuta trasparenza che dovrebbe essere effettivamente garantita per un impiego così ingente di risorse pubbliche.

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